martedì 4 maggio 2010

Il problema dei rifiuti: una ricerca

1. Gestione e smaltimento dei rifiuti
Per rifiuto si intende: qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l'obbligo di disfarsi (CEE 751442; termine per l'attuazione luglio1977), o qualsiasi sostanza od oggetto deri-vante da attività umane o da cicli naturali, abbandonato o destinato all'abbandono (DPR 915/82).
Per smaltimento dei rifiuti si intende: la raccolta, la cernita, il trasporto, il trattamento dei rifiuti, nonché l'ammasso e il deposito dei medesimi sul suolo o nel suolo,le operazioni di trasformazione necessarie per il riutilizzo, il recupero o il riciclo dei medesimi.

1.1. Obiettivi della gestione dei rifiuti
L’obiettivo principale della gestione dei rifiuti è: minimizzare il rischio per gli operatori, per la salute pubblica e per l'ambiente.
A livello della produzione: minimizzare le quantità prodotte per ogni tipologia. A livello della raccolta interna: differenziare e separare i contenitori rispettando le tipologie, individuare le zone di raccolta ed i percorsi idonei. A livello di stoccaggio provvisorio: smistamento delle tipologie nella zona adibita a deposito rifiuti e accorta gestione della stessa. A livello di trattamento e smaltimento: individuare il metodo più efficace nel rispetto dei principi di economia e delle legislazioni nazionali, avviando quanto più possibile al recupero o al riciclaggio.

1.2. Classificazione
I rifiuti prodotti in ambito universitario, con l'esclusione di quelli radioattivi per i quali vige una normativa a parte, appartengono a tre categorie principali, che si possono evincere dalla legislazione vigente:

► Rifiuti speciali assimilabili agli urbani
Appartengono a questa categoria, desunta dal D.M. del 25/5/89, i seguenti rifiuti:
• Rifiuti cartacei provenienti dagli Uffici amministrativi;
• Contenitori in vetro per farmaci, previa sterilizzazione ove necessario;
• Materiale metallico non ingombrante, previa sterilizzazione ove necessario;
• Materiali ingombranti, previa sterilizzazione ove necessario;
• Materiali inerti provenienti da attività edilizia nonchè i gessi ortopedici, con esclusione di quelli provenienti da pazienti infettivi;
• Materiali provenienti da attività di giardinaggio;
• Rifiuti provenienti dalle cucine delle Strutture sanitarie relativamente alla preparazione dei pasti;
• Rifiuti provenienti dalle attività di ristorazione e residui dei pasti dei pazienti provenienti dai reparti di degenza (con esclusione dei reparti di malattie infettive).

Ai fini dello smaltimento finale i rifiuti sopraelencati sono considerati "Rifiuti speciali assimi-labili agli urbani". Detti rifiuti possono pertanto essere smaltiti in discarica o recuperati con le stesse modalità previste per i rifiuti urbani, purché siano simili ad essi per qualità, e previa sterilizzazione e/o disinfezione nel caso lo si reputi necessario; tutto ciò, comunque, esime il produttore dall'osservanza degli obblighi previsti dalla legislazione per i rifiuti speciali solo nel caso in cui detti rifiuti vengono effettivamente consegnati all'azienda municipalizzata (ASM), previa apposita convenzione. Inoltre tramite un servizio di raccolta differenziata, si potrà quindi provvedere alla separazione di:
• Batterie o pile;
• Farmaci scaduti;
• Lampade a scarica o tubi catodici;
• Cartucce esauste, toner per fotocopiatrici e nastri stampanti;
• Oli e grassi di cottura;
• Rifiuti compostabili ( manutenzione giardini e scarti alimentari );
• Rifiuti ingombranti;
• Vetro;
• Contenitori e imballaggi in plastica
• Metallo;
• Carta e cartone;
• Frigoriferi e frigocongelatori;
• Componenti elettronici;
• Polistirolo espanso per imballaggi.

► Rifiuti speciali
Quando si parla di gestione dei rifiuti, capita spesso di circoscri-vere il problema ai soli rifiuti ur-bani, ossia quei rifiuti prodotti dai cittadini, tralasciando quelli che sono i rifiuti prodotti dalle attività commerciali, produttive e indu-striali.
Questo è in parte legato al fatto che tali rifiuti cosiddetti speciali non sono soggetti alla pianifica-zione da parte degli enti come i rifiuti urbani e, per questo a volte il loro peso in termine qualitativo e quantitativo viene sottovalutato.
É bene invece chiarire che i ri-fiuti speciali sono quantitativa-mente assai più importanti ri-spetto ai rifiuti urbani.



La quota di rifiuti speciali rap-presenta quindi più del triplo di quelli urbani, e, anche se una buo-na parte di questi è costituita da materiali di demolizioni, è facile capire che una corretta gestione dei rifiuti sul territorio deve considerare anche la loro presenza.
Appartengono alla categoria dei rifiuti speciali:
• Rifiuti animali e relative lettiere;
• Oli minerali;
• Bagni di fissaggio e di sviluppo esausti;
• Farmaci scaduti;
• Rifiuti ospedalieri e assimilabili;
• Rifiuti radioattivi decaduti, nel caso in cui non contengano sostanze che li rendano potenzial-mente nocivi o infetti.

Olii minerali
Tali rifiuti sono soggetti alla normativa vigente sui rifiuti per quanto riguarda la registrazione e le denunce. Per produzioni o detenzioni annue maggiori di 300 litri (art. n. 6, 11 del D.L. n. 95 del 27/1/92) occorre predisporre un apposito registro nel quale devono essere riportati crono-logicamente, per ogni operazione, i dati quantitativi, la provenienza e l'ubicazione degli oli ceduti ed eliminati. Il loro destino può solo consistere nella consegna al Consorzio Oli Usati territorialmente competente.

Batterie al Piombo
Ai sensi dell'art. n. 9 quinquies, commi 2, 9 del D.L. n. 397/88, convertito in Legge n. 475/88, detti rifiuti debbono necessariamente essere consegnati all'apposito Consorzio Obbligatorio.

Bagni di fissaggio e sviluppo esausti
I reflui provenienti dalle sviluppatrici delle lastre radiografiche, sulla base di analisi chimiche compiute, sono generalmente da considerarsi rifiuti speciali; per tali rifiuti sussiste dunque l'obbligo della registrazione, ed il loro smaltimento deve avvenire tramite consegna ad una ditta autorizzata.

Rifiuti animali

Per tali rifuti sussiste l’obbligo della registrazione, accompagnata dall’obbligo di un corretto smaltimento (termodistruzione) tramite una ditta autorizzata

Rifiuti ospedalieri e assimilabili

Non è possibile effettuare una netta distinzione tra rifiuti ospedalieri e rifiuti di ricerca; laddove si parla, pertanto, di rifiuti sanitari si devono intendere non solo quelli puramente ospedalieri, ma anche quelli derivanti dalle attività di ricerca.
Tra i rifiuti sanitari si distinguono:
• infetti
• taglienti
• farmaceutici
• animali da esperimento
• parti anatomiche
• campioni fluidi organici biologici

► Rifiuti speciali tossico nocivi
Un buon trattamento dei rifiuti di laboratorio inizia dalle misure preventive e cioè, con l'identificazione delle misure che possono ridurre il volume dei chimici che dovranno essere smaltiti come rifiuti e con il prevenire i problemi di uno smaltimento difficile o inusuale."
L'obiettivo è duplice: evitare di stoccare sostanze pericolose in locali non idonei e di produrre rifiuti tossico nocivi.
In linea di massima, sono da considerare tossico-nocivi i reflui dei laboratori di analisi chimico-cliniche contenenti solventi e altri reattivi molto tossici, etichettati con i simboli Xt, Xn, T, T+ .
È possibile che risultino pericolose anche parte delle soluzioni esauste di formaldeide utilizzate per la disinfezione, se ad alta concentrazione.
Questi rifiuti devono essere classificati secondo la loro tipologia al momento della produzione e raccolti in modo da evitare il miscelamento di prodotti chimici incompatibili, in appositi contenitori in politene, possibilmente di colore diverso, facilmente sigillabili
I contenitori (capacità massima 15 litri) devono essere conservati presso i luoghi di produzione in sito idoneo (sotto cappa, ove possibile) ed essere chiaramente etichettati (nome del rifiuto, codice nazionale ed europeo, frasi di rischio [R..], consigli di prudenza [S..]).
Occorre verificare il PH della soluzione-rifiuto e portarlo alla neutralità, nel caso se ne discosti molto; i fusti, una volta pieni, dovranno essere conferiti alla zona adibita a stoccaggio temporaneo, debitamente arredata, e sversati negli appositi contenitori correttamente etichettati. Presso la zona di stoccaggio, facilmente raggiungibile e ben aerata, deve comparire la corretta cartellonistica di pericolo (simboli attestanti la presenza di sostanze tossiche, nocive, infiammabili, ecc.) e gli eventuali consigli di prudenza ed un protocollo standard recante la corretta procedura da adottare in caso di sversamento accidentale o di contaminazione personale.
I simboli di pericolo devono essere affissi anche sulla porta (che deve rimanere chiusa a chiave) di accesso alla zona del deposito, unitamente alla cartellonistica di routine (deposito rifiuti speciali e tossico nocivi, vietato l'accesso al personale non autorizzato, vietato fumare); sarebbe buona norma la presenza di un estintore nella zona prospiciente il deposito. Si provvederà quindi allo smaltimento, tramite Ditta autorizzata, almeno una volta all'anno.

Rischi associati alla manipolazione dei rifiuti chimici

Si dovrà prestare particolare attenzione a non mescolare nei contenitori sostanze incompatibili o che reagiscono fra di loro con sviluppo di gas e vapori, potenzialmente tossici od esplosivi.
In linea di massima si dovrà:
• smaltire gli acidi e le basi forti separatamente, evitando di mescolarli con altre sostanze o tra di loro;
• non tentare diluizioni con acqua o altri solventi;
• maneggiare con cura e smaltire separatamente le soluzioni di acido picrico;
• non lasciare seccare le soluzioni;
• non mescolare sostanze comburenti con sostanze combustibili;
• smaltire le soluzioni di formalina separatamente, senza mescolarle con nient'altro;
• smaltire l'acido acetico da solo;
• smaltire acido fluoridrico da solo, in contenitori di plastica.
In caso di incidente o contaminazione, si deve provvedere primariamente alla sostituzione dei mezzi di protezione contaminati ed alla decontaminazione della cute eventualmente esposta con utilizzo delle docce oculari o antidoti, se del caso, avendo cura di non disperdere le sostanze nell' ambiente. Allontanare le persone non indispensabili. Si provvederà poi alla rimozione della contaminazione dalle superfici a mezzo degli appositi Kit antiversamento, indossando i guanti in PVC, procedere poi a trattamento come prescritto dalle le schede di rischio fornite dai fornitori.

► Rifiuti contenenti amianto
Considerata la pericolosità dei rifiuti in questione, tutte le operazioni dovranno essere svolte in modo tale da evitare la dispersione nell'ambiente delle fibre libere dell'amianto, fortemente cancerogene se inalate e da salvaguardare la salute degli operatori coinvolti. Ne consegue che lo smaltimento dei suddetti rifiuti richieda particolari cautele ed incombenze sia a carico della struttura produttrice, che a carico della Ditta che effettua lo smaltimento.

► Rifiuti radioattivi
I rifiuti radioattivi devono essere considerati come rifiuti speciali o tossico nocivi indipendente-mente dal contenuto e trattati pertanto di conseguenza.

2. Riciclaggio
Per riciclaggio dei rifiuti si intende: tutto l'insieme di strategie volte a recuperare materiali dai rifiuti per riutilizzarli invece di smaltirli.
Possono essere riciclate materie prime, semilavorati; o materie di scarto derivanti da processi di lavorazione, da comunità di ogni genere (città, organizzazioni, villaggi turistici, ecc), o da altri enti che producono materie di scarto che andrebbero altrimenti sprecate o gettate come rifiuti.
II riciclaggio previene lo spreco di materiali potenzialmente utili, riduce il consumo di materie prime,e riduce l'utilizzo di energia, e conseguentemente l'emissione di gas serra.
Il Riciclaggio è un concetto chiave nel moderno trattamento degli scarti ed è un componente insostituibile nella gerarchia di gestione dei rifiuti.


2.1. Il problema della gestione dei rifiuti

II problema della gestione dei rifiuti è diventato sempre più rilevante: la crescita dei consumi e dell'urbanizzazione hanno aumentato la produzione dei rifiuti e ridotto le zone disabitate in cui trattare o depositare i rifiuti. L'uso delle discariche, pur avendo in sé costi bassi, comporta uno spreco di materiale che sarebbe almeno in parte riciclabile nonché l'uso di vaste aree di territorio e non configura la soluzione ottimale; inoltre crea grandi concentrazioni di rifiuti con possibili conseguenze sull'ambiente. Gli inceneritori, invece, basano il loro funzionamento sull'inceneri-mento dei rifiuti: gli impianti più recenti sfruttano 1a combustione così ottenuta recuperando un minimo di energia elettrica e calore ma hanno il problema della gestione delle emissioni tossico-nocive (polveri sottili e diossine).
A monte del riciclaggio e della raccolta differenziata, assume rilevanza il tema della prevenzione dei rifiuti, della responsabilità sociale dei produttori e di un insieme di leggi volte alla riduzione degli imballaggi, all'uso di materiali biodegradabili, come le bioplastiche, e di pile riciclabili.

2.2. La via del riciclaggio

Il riciclaggio è sicuramente più complesso dello smaltimento in discarica o negli inceneritori cui non si sostituisce ma che ne limita comunque l'utilizzo. Si parla dí sistema di riciclaggio riferendosi all'intero processo produttiva e non soltanto alla fase finale; questo comporta:
• per la produzione dei beni, l'uso di materiali biodegradabili che facilitano lo smaltimento "naturale" della materia nel momento in cui il prodotto si trasforma in rifiuto
• l'uso di materiali riciclabili come il vetro, i metalli o polimeri selezionati, evitando anche i materiali accoppiati, più difficili o impossibili da riciclare
• la raccolta differenziata dei rifiuti, passaggio fondamentale del processo; in questo modo la separazione dei materiali riduce i costi di ritrattamenta. Per realizzare una raccolta differenziata efficace è di grande importanza la fase di differenziazione attuata dai singoli utenti.
• l'adozione di tecniche avanzate per il recupero di ulteriore materiale riciclabile dal rifiuto indifferenziato (ad esempio il trattamento meccanico-Biologico)
Il riciclaggio apre un nuovo mercato in cui nuove piccole e medie imprese recuperano í materiali riciclabiii per rivenderli come materia prima o semilavorati alle imprese produttrici di beni. Un mercato che si traduce pertanto in nuova occupazione:

2.3. II riciclaggio come terza scelta: priorità a riduzione e riuso
Il riciclaggio è stato spesso criticato per:
• i costi ambientali del processo della trasformazione dei rifiuti
• il basso rendimento nella quantità delle materie prime ottenute
• la bassa qualità dei prodotti finali
Un'ulteriore critica è stata che per come è stato pubblicizzato tra la popolazione, ha diffuso l'idea che esso giustifica condotte consumistiche.
I sistemi pîù efficaci per la gestione dei rifiuti sono invece quelli basati sulla riduzione dei rifiuti e sul loro riuso (tecnicamente definito reimpiego), in cui, una volta terminato l'utilizzo dî un oggetto esso non va ad aumentare la mole dei rifiuti, ma, dopo un 'semplice processo di pulizia viene utilizzato nuovamente senza che i materiali di cui è composto subiscano trasformazioni.
L'esempio tipico è quello delle bottiglie in vetro come contenitori di latte ed acqua, che invece di essere frantumate possono essere riempite nuovamente senza passare per costosi (soprattutto da un punto di vista ambientale) processi di trasformazione.
La mancanza in molti stati di politiche di sostegno del riuso con incentivi e disincentivi, fanno sì che al giorno d'oggi la gran parte dei contenitori, delle confezioni e degli imballaggi sia invece ancora costituita da plastica e carta e non possa quindi essere riutilizzata tal quale. La scelta delle imprese è ovviamente una scelta economica che cade inevitabilmente su questi prodotti dal costo finanziario ridotto, anche se dall'elevato impatto ambientale.
Uno dei Paesi che applicano significativamente le tecniche della riduzione e dei riuso è la Danimarca; in cui, grazie ad una legislazione favorevole, ben il 98% delle bottiglie in commercio è riutilizzabile, ed il 98% di esse torna indietro ai consumatori senza essere riciclato. La Germania invece raggiunge un tasso di. riciclaggio di oltre il 50%.

2.4. I materiali riciclabili

I materiali riciclabili sono tutti i rifiuti che possono venire riutilizzati per produrre nuovi oggetti uguali allo scarto (vetro, carta) oppure utilizzati per produrre nuovi materiali (legno, tessuti).
Le materie prime che possono essere riciclate sono:
• legno
• vetro
• carta e cartone
• tessuti
• pneumatici
• alluminio
• acciaio
• alcune materie plastiche
• frazione organica (avanzi di cibi ecc.) (FORSU)
• il Tetra Pak è riciclabile in buona parte

Approfondimento: il caso della plastica
Essendo molto usata per gli imballaggi la plastica (o più propriamente i materiali polimerici) è uno dei principali componenti dei rifiuti solidi; inoltre, non è biodegradabile e alcune tipologie di plastica contenenti cloro producono diossina quando bruciate: è dunque fondamentale riciclarla quanto più possibile. Molti tipi di plastica possono essere facilmente riciclati (è il caso del PET principalmente avviato alla produzione di nuovo polimero e su cui è attiva l'organizzazione europea PetCore ), mentre per altri tipi (specie di bassa qualità e/o termoindurenti) la procedura è più complessa, in quanto il costo di rilavorazione è generalmente superiore a! costo di produzione di plastica nuova. Pertanto le numerosissime materie plastiche presenti sul mercato non possono essere mescolate fra di foro. Esistono tuttavia impianti che permettono di separare automaticamente le varie tipologie di plastiche in tempi rapidi e quindi economicamente vantaggiosi, e sono già stati adottati in diversi paesi; la maggior parte di essi opera in più stadi separando le diverse tipologie di materie plastiche per densità. Si opera con liquidi dí differente densità che discriminano tra i diversi tipi di plastiche attraverso íl galleggiamento o l'affondamento. II principio è quello della spinta di Archimede che dipende anche dalla densità del liquido in cui è immerso il materiale. Si può operare ad esempio con alcol, soluzioni acquose, alcoliche, acqua, ecc..

Bibliografia
bs.gruppohera.it/.../rifiuti_smaltiti/081.html
http://www.df.unibo.it/sicurezza/smaltimento_rifiuti.htm

Ricerca svolta da P. Gozi, A. Grisella, A. Privato, M. Poscia - Classe 2°C

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